@a-style

C’era una volta NAPOLI ! COsi muore una città ? siamo mai stati VIVI ?





napoli addio

Cosi muore una
città?
c’è solo una piccola parte di verità in
quest’articolo
ma vale la pena leggerlo, quindi lo posto, cosi
com’è
!!!


Benvenuti al Sud,
Benarrivati  ..non è il dopoguerra, non
è l’africa,


ne l’iraq o il vietnam ..


l’anno 2005- Napoli … ITALIA





_____________________________ ___________________
@angel
_____________________________ __________________________

(fonte:l’espresso)

Strade in ostaggio di bande di ragazzini senza futuro.
Montagne di rifiuti. Disoccupazione endemica. La rinuncia a imporre le
regole. Così muore il sogno di una città

di Leo Sisti


Napoli, Vomero, sabato 10 settembre, ore 19. In piazza Vanvitelli, come
ogni week-end, va in scena la movida nel quartiere bene. È
l’ora del branco, le baby gang si affollano per un’altra notte brava.
Sono migliaia di ragazzini, da 12 anni in su. Scendono dalla stazione
del metro. Moltissimi partono da Scampia, l’area dove si smercia la
cocaina a cielo aperto, altri si aggiungono nelle sette fermate
intermedie prima di arrivare a destinazione. I più
pericolosi nascondono in tasca coltellini e tirapugni, pronti allo
scontro con gruppi rivali. Ondeggiano, sciamano nelle vie dello
shopping, tra via Scarlatti e Luca Giordano, si aggirano tra negozi di
lusso e gli store di Nike e Stefanel. Alle 23, proprio a due passi
dalla piazza, qualcuno appicca il fuoco a dei cartoni appoggiati a un
cassonetto. Nessuno si muove. Dopo un po’, un volenteroso vigile urbano
cerca di domare l’incendio. Ci riesce a metà, poi lascia
perdere. Si giustifica: “Si spegnerà da solo”.
Macché, le fiamme si alzano sempre di più. Un
passante interviene coprendole con altri cartoni. Rimane solo un po’ di
fumo. Una ragazzetta di 14-15 anni, resa forte dallo spirito della
banda, urla: “Bravo, sei un genio!”, suscitando l’applauso corale di
400-500 coetanei. Pochi metri più in là, due
agenti sistemati nel camper della polizia assistono alla scena.
Domanda: “Perché non fate niente?”. Risposta: “Non spetta a
noi. È compito dei pompieri”. Testuale.

È una giornata di ordinaria
follia metropolitana
, al Vomero, preso di mira da quando,
da qualche anno, i treni da Scampia vi fanno tappa. Sono treni a
rischio di vandali: vetri rotti o frantumati. Per questo quattro
guardie giurate si imbarcano sull’ultima corsa, quella delle 22 e 57,
per ‘accompagnare’ a casa quel carico umano. Qui, al Vomero, lo scorso
novembre quattro tredicenni si sono scatenati: tre rapine nel giro di
mezz’ora. Otto mesi fa, in gennaio, in piazza Vanvitelli un
automobilista ha pagato a caro prezzo l’aver premuto il clacson per
superare il bivacco di una dozzina di adolescenti. Tirato fuori e
picchiato. Risultato: tre costole fratturate, una vertebra incrinata,
milza spappolata e, in seguito, asportata.

È arancia meccanica in stile napoletano. Violenza pura. Il
salto di qualità è ogni fine settimana, quando le
‘bravate’ dei boys e delle girls aumentano a dismisura. Salgono sugli
autobus e prendono in ostaggio i passeggeri, coprendoli di sputi e
schiaffi. Come è successo in maggio sul C 31 diretto a
Posillipo e Bagnoli. Una quindicina di teppisti si sono anche
qualificati: “Siamo quelli di Masseria Cardone”, tenendo a precisare
l’area di degrado da dove provenivano e minacciando: “E non ci
provocate”. Vanno dappertutto. Si presentano a blocchi di dozzine,
girano anche in centro, piazza Plebiscito piazza Sannazzaro, piazza san
Pasquale. Se va bene, qualcuno ci rimette solo il cellulare. Se va
male, chi si ribella si ritrova con la testa spaccata. I turisti che si
avventurano sul bus a due piazze del ‘city sightseeing’ possono vedersi
tirare addosso qualche pietra.

L’ultima moda d’agosto è il tuffo dall’aliscafo. Non hanno
più di tredici-quattordici anni e il loro obiettivo sono i
mezzi che da Mergellina sono diretti a Ischia e Capri. Quando la nave
sta per attraccare, si lanciano in acqua da una pedana, obbligandola a
pericolose manovre. Di più. Alcuni di loro corrono
all’impazzata verso la tolda e subito dopo si gettano in mare
dall’alto, sette-otto metri di adrenalina. In tre occasioni sono stati
individuati dalla polizia che li ha bloccati dopo l’ennesima
esibizione. Identificati e consegnati alle famiglie, tutte di
pregiudicati. E poi il nuovo brivido dei tredicenni: alla guida di
piccoli bolidi a due ruote, che guizzano fino a 70 chilometri all’ora,
scorrazzano sui marciapiedi terrorizzando i passanti. Sono le minimoto
cinesi, l’ultimo grido per i figli, anche appena decenni, dei
criminali, che percorrono in lungo e in largo via Toledo o corso
Vittorio Emanuele. Non temono la galera: hanno meno di 14 anni e quindi
non sono punibili. Commenta Antonio De Iesu, vicequestore vicario:
“Tutto questo crea insicurezza sociale. Non è il singolo
scugnizzo a preoccupare, ma il branco, l’affiliazione all’interno del
gruppo”.


Napoli affonda. Napoli
sta morendo.
Con l’eterno problema dei rifiuti e con un
primato tutto italiano per il napoletano: passa 140 minuti al giorno
alla guida della sua automobile in mezzo a un traffico impossibile. Gli
uomini della camorra continuano a imperversare. Chiedendo il pizzo ai
negozi e ammazzando. Tra un intervallo e l’altro si ammazzano anche tra
loro, per la conquista del territorio. Ma, specialmente d’estate,
entrano in scena i piccoli delinquenti, pronti a spaccar vetrine con
mazze da baseball o a scippare turisti: sabato 10 settembre un
austriaco, cercando di impedire che a sua moglie venisse strappato dal
polso un Rolex d’oro, si è ritrovato con la testa spaccata.
Niente sembra cambiare. Anzi, la città pare tornare indietro
verso quel passato orribile che sembrava cancellato con la rinascita
dei primi anni Novanta. Oggi la disoccupazione resta a livelli da
record e i progetti di riqualificazione che avevano alimentato tante
speranze segnano il passo. La camorra appare meno forte, indebolita dai
contrasti interni come la faida che da Scampia ha devastato le
periferie orientali. In compenso il moltiplicarsi della
criminalità minore avvelena il tessuto sociale, non
risparmiando nemmeno le scuole, oggetto di raid per rubare attrezzature
informatiche, videoregistratori e persino infissi, come è
successo a San Giovanni a Teduccio. E nemmeno le strade che erano state
vetrina del rinascimento napoleano sono al riparo da scippi e rapine.

Di fronte a questa situazione crescente di degrado mancano risposte
forti. Al punto da spingere in passato il prefetto Renato Profili a
commentare in modo sconsolato: “La città è
assuefatta alla violenza”. Suscitando così la reazione del
sindaco Rosa Russo Iervolino, secondo cui si tratta non di
“indifferenza, ma di paura”.

E ora la recrudescenza del disagio giovanile, di ragazzi che hanno alle
spalle penose storie familiari, di disoccupati a oltranza, o di padri
che entrano o escono dal carcere. Un quadro preoccupante. Con colpe ben
definite, secondo Amato Lamberti, ex assessore alla
Normalità durante la prima giunta degli anni ’90 di Antonio
Bassolino, ed ex presidente della Provincia, oggi tornato a insegnare
all’Università di Napoli ‘Sociologia della devianza e della
criminalità’: “Manca il governo della vita quotidiana. Non
c’è la capacità di imporre le regole. Per una
serie di ragioni. Il sovraffollamento: 10-15 mila persone, con punte di
17 mila, per chilometro quadrato. Nessun posto per le auto. Pessima
manutenzione degli edifici. Case fatiscenti. In più 450 mila
famiglie sotto la soglia della povertà in Campania
(cioè sotto 7 mila euro all’anno), più di
Lombardia, Piemonte, Liguria e Triveneto messe insieme. In
più la difficoltà dei ceti popolari di entrare in
un mercato del lavoro asfittico. In questa situazione mi meraviglia che
ci siano così pochi delinquenti”.

Ogni anno, tra Napoli e provincia, ben 7-8 mila studenti lasciano le
scuole superiori dopo il primo anno, pronti a essere arruolati dai clan
criminali. C’è da portare a Milano o al Nord-est borsoni
contenenti cd clonati o capi di griffe contraffatti? La tariffa
è di 200 euro a viaggio: 800 al mese, un guadagno sicuro.
Eppure si potrebbe tentare di recuperare questi giovani allo sbando. Ne
parla Raffaele Porta, assessore all’Educazione della giunta Iervolino:
“La parola d’ordine è ‘bonifica sociale’. Si tratta di
puntare su centri di aggregazione regionale, assistenti sociali e,
sopratutto, sulla scuola della seconda opportunità.
Cioè creare un’attività scolastica con metodi
diversi da quelli tradizionali, ma che attraggano lo studente che si
è perso per strada: ad esempio, con insegnamenti di
informatica, teatro, cinema, musica”.

Fin qui i programmi di chi ha in mano la gestione politica della
città. Ma, sulla strada, per estirpare la
microcriminalità, ci vogliono sistemi più rapidi.
Il questore Oscar Fioriolli, a Napoli da pochi mesi, punta su pattuglie
miste di polizia e vigili urbani. Sono quelle che si vedono all’opera
in questi giorni in alcuni luoghi strategici della città: da
quando, da poche settimane, è scoppiata la ‘guerra dei
motorini’. Tutto per la legge entrata in vigore negli ultimi giorni di
agosto. Chi, al volante di una moto non porta il casco o guida un
ciclomotore da 50 cc con una seconda persona a bordo, deve consegnare
il mezzo e non se lo vedrà più restituire.
Finora, nei primi 20 giorni, Napoli ha battuto il record italiano: 700
sequestri. Con scene di disperazione di chi si è visto
portar via il proprio motorino. Perché? Ma perché
lo scooter è uno strumento di ‘lavoro’, l’ideale per lo
scippo, che si può fare solo in due: uno guida e l’altro
strappa le borsette. Del resto sono le cifre a parlare da sole: solo a
Napoli vengono elevate 250 mila contravvenzioni all’anno per i
motociclisti.

La legge sui motorini porta la firma del senatore di An Luigi Bobbio,
già pm a Napoli, che oggi difende il suo provvedimento da
chi, ad esempio, il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi, vorrebbe
trasformarla, perché troppo punitiva. Certo, è
una norma studiata apposta per Napoli e ha tutto il sapore della
‘tolleranza zero’. È la spia di una situazione che potrebbe
aprire le porte a un ulteriore giro di vite. A Napoli se ne discute da
tempo: è ora di abbassare la soglia di punibilità
a 14 anni. Il che, come è arcinoto, permette alla camorra di
utilizzare giovanissimi, al di sotto di questa età, come
corrieri della droga. A proporlo è addirittura Stefano
Trapani, presidente del Tribunale dei minorenni: “Il concetto di
imputabilità deve essere aggiornato. Il ragazzo vuole essere
giudicato come se fosse un adulto, perché nell’adulto si
specchia e in lui vede un esempio da imitare. Per questo ritengo che si
possa istituire una classe di responsabilità anche per
giovani di 12-14 anni, per reati come borseggi o scippi. Magari
prevedendo pene ridotte rispetto alla fascia superiore, che va dai 15
ai 18 anni. Inoltre bisognerebbe prevedere delle pene anche per i
genitori dei minori. Sono colpevoli perché non seguono come
dovrebbero i loro raggazzi”.

Intanto al Vomero c’è un personaggio che vigila sul
quartiere dove è nato e dove è anche stato
presidente di circoscrizione. Si chiama Gennaro Capodanno e ogni giorno
segnala e denuncia alle autorità e ai giornali qualunque
irregolarità. Lui c’è sempre, anche al sabato,
quando i vomeresi fuggono di fronte all’avanzata dei terribili teenager
di Scampia.

ha collaborato Mario Fabbroni

Il sindaco e l’emergenza: “Il problema sono 17 mila famiglie
che vivono nella miseria”. Colloquio con Rosa Russo Iervolino

Napoli si trova in una
situazione complessa. Ha 17 mila nuclei familiari a reddito zero. I
suoi abitanti hanno il reddito più basso d’Italia,
c’è una miseria estrema. Abbiamo tantissimi 30-32enni che
non hanno mai lavorato e sono costretti a vivere in casa dei genitori”.

La disoccupazione giovanile. La questione delle baby gang. La
criminalità. Di tutto questo e di altro parla con
‘L’espresso’ il sindaco Rosa Russo Iervolino, che si trova a gestire
una fase molto difficile della città, con il riacutizzarsi
di emergenze che sembravano migliorate nella gestione Bassolino. Tanto
che, sostiene, è “più difficile fare il sindaco
che il ministro dell’Interno”.

Per molti mesi Scampia ed episodi criminosi legati a questo
quartiere degradato hanno tenuto banco. Oggi com’è la
situazione?

“Là gli studenti non vanno a scuola, hanno famiglie
disastrate alle spalle. E poi il commercio di droga: un fatto
terribile. Però oggi la situazione non è
più disperata. C’è una grande concentrazione di
attività del volontariato e molte iniziative sociali”.

Gli abitanti del Vomero protestano quando arrivano i ragazzini
di Scampia.

“Se è per questo protestano anche quelli di Mergellina. Ma
non possiamo tenere la città come un ghetto. Comunque
è anche per questo che si fanno tante iniziative a Scampia,
come quelle appena dette”.

E i tuffi dagli aliscafi?

“Ma queste sono le bravate degli scugnizzi napoletani”.

Che costringono la polizia a intervenire.

“Sì, perché quei ragazzi intralciano il
funzionamento degli aliscafi. E poi guardi che ci sono anche le bande
delle famiglie agiate, per bene. Si scontrano in piazza Amedeo, in via
dei Mille”.

Lei è favorevole alla ‘tolleranza zero’?

“Solo nei confronti dei criminali”.

E che cosa pensa di chi lancia la proposta di abbassare la
soglia della punibilità dei minori, oggi di 14 anni?

“È una enorme sciocchezza”.

Come si può combattere la
microcriminalità?

“Tra le altre cose con sistemi di videosorveglianza. Poi con i lettori
ottici di targhe di automobili e moto che, una volta inquadrate,
verranno segnalate per i successivi controlli alle sale operative”.

Ma il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico cosa fa?

“Ci riuniamo tre volte la settimana con prefetto, questore, polizia,
carabinieri e Finanza per studiare le misure di intervento che sono
necessarie contro la criminalità”.

Una legge promossa da Livia Turco prevedeva un contributo alle
fasce più emarginate, definito ‘reddito minimo di
inserimento’. Una misura abolita dal centrodestra.

“Nel 2005 la Regione ha ripreso una norma simile. Si chiama reddito di
cittadinanza. Prevede una spesa di 70 milioni di euro, con benefici di
600 euro al mese. A
fronte di 35 mila domande, vengono erogate 3.500 prestazioni”.

______________________________ _______________________________ ____________________________
______________________________ _______________________________ ____________________________

PRECISAZIONE
:


le cose
a Napoli vanno perfino peggio di come sono state descritte
sull’Espresso dall’inviato,


confermo
che l’articolo “Napoli addio” è
surreale. Mi soffermo solo su alcuni punti




Dunque,
si descrive l’apocalittico arrivo delle baby gang in piazza Vanvitelli:
<Sono migliaia di ragazzini, da 12 anni in su…>.
Migliaia? Ma parliamo di piazza Vanvitelli o di piazza Tien An Men?
Diamo i numeri, subito? Si sostiene poi che queste baby gang sono
pronte allo scontro con le bande rivale: forse al cinema, con Di
Caprio, ma non qui da noi. Purtroppo tutti sanno che a Napoli le baby
gang se la pigliano con la brava gente, mica si scannano tra di loro:
in questo sono più furbi dei genitori camorristi.


Poi
si descrive la scena del solito vigile napoletano (quello che in genere
sta fisso al bar prendere i


caffè…)
che si disinteressa dell’incendio del cassonetto.


Ma
attenzione, colpo di scena,


<un
passante interviene coprendo il focolaio con altri cartoni>. Ma
secondo te si può essere così idioti da


cercare
di spegnere il fuoco con dei cartoni! Mi meraviglio che non ci abbia
buttato su un po’ di benzina, stò stronzo.


Eppure,
miracolo, l’incendio si spegne. In quel momento, secondo il
giornalista, una ragazzetta di


14-15
anni, resa forte dallo spirito della banda, urla: “Bravo, sei un
genio!”: bisognerebbe sapere che una scugnizza di Scampia non parla
come una studentessa dell’Umberto. Sarebbe stato più
credibile se avesse detto: <A faccia eddò cazz,
sì gruoss!>.


Ma
il massimo è che questa scugnizza dall’aplomb
oxfordiano <suscita l’applauso corale di 400-500
coetanei>. Diamo ancora i numeri. Ve l’immaginate 400-500, dico
400-500 delinquentelli che si alzano in piedi per fare un applauso
manco fossero al San Carlo? E la polizia che fa? Come al solito
è ferma, immobile, non fa nulla: strano che nessuno non
abbia udito le note di un mandolino strimpellatoall’agente
mentre sotto i suoi occhi divampava l’incendio. Poi l’inviato
dell’Espresso fa lo scoop: i teppisti che si tuffano a Mergellina per
bloccare gli aliscafi.Roba di un anno fa, semmai la novità
sono i sanpietrini lanciati da via Acton! Sorvoliamo sugli altri scoop,
il traffico, la disoccupazione, i morti di camorra, il rinascimento
fallito e passiamo alla parte più esilarante: quella su
Ultimo, il Giustiziere della Notte, il Tex Willer della collina
vomerese: in sintesi, Gennaro Capodanno, così descritto in
un finale di pezzo da brivido: <Intanto al Vomero c’è
un personaggio che vigila sul quartiere dove è nato e dove
è anche stato presidente di circoscrizione. Si chiama
Gennaro Capodanno e ogni giorno segnala e denuncia alle
autorità e ai giornali


qualunque
irregolarità. Lui c’è sempre, anche al sabato,
quando i vomeresi fuggono di fronte all’avanzata dei terribili teenager
di Scampia…>.


Confermo:
prima di scrivere su Napoli, se venite a Napoli, evitate gli sforzi di
fantasia, basterebbe


semplicemente
descrivere la realtà per fare seriamente accapponare la
pelle al resto d’Italia. A post-er l’ardua
sentenza”.

NON
VOGLIAMO COMPASSIONE,NE PIETA’


o FALSI LUOGHI COMUNI
..


NOI VOGLIAMO I STESSI
DIRITTI ED ANCHE I DOVERI


che OGNI CITTADINO
ITALIANO DOVREBBE AVERE !!

LA VERITA’ nn E’ MAI ASSOLUTA,
NE’ CIO’ che APPARE
la VERITA’ e molto piu’ complessa
e profonda, di quello che ..
scrivono i gironali !

*angel*


C’era una volta NAPOLI ! COsi muore una città ? siamo mai stati VIVI ?ultima modifica: 2005-09-21T14:11:15+02:00da
Reposta per primo quest’articolo